La legge di Linus è un concetto formulato da Linus Torvalds, per schematizzare e spiegare le motivazioni alla base dell’ etica hacker e alla base del successo del sistema operativo GNU Linux, in occasione di un dibattito organizzato nel 1998 all’ Università della California a Berkeley, su etica hacker e età dell’informazione dove, fra gli altri, intervennero anche Manuel Castells e Pekka Himanen, dal cui incontro ha preso vita il saggio L’etica Hacker e lo spirito dell’età dell’informazione di Pekka Himanen. I principi fondanti di questa legge possono essere riutilizzati in maniera consistente per delineare l’atttuale quadro sociale-economico dei paesi occidentali, in cui il downshifting risulta essere una soluzione valida, efficiente e sempre più popolare.
Sopravvivenza, vita sociale e intrattenimento
Secondo Linus, le tre categorie principali a cui sono riconducibili le nostre motivazioni sono: sopravvivenza, vita sociale e intrattenimento.
Trasformando queste categorie di motivazioni in momenti della nostra vita, si ottiene un quadro piuttosto esauriente e descrittivo, ma estremamente schematico, della vita di una qualsiasi persona. Abbiamo la sopravvivenza, ovvero tutte quelle azioni fondamentali che riguardano direttamente e indirettamente la sussistenza dell’individuo e che comprendono: sia i bisogni fisici quali ad esempio mangiare, dormire, ripararsi dalle intemperie e mantenere un livello di salute adeguato; sia le azioni necessarie per garantirsi un reddito necessario a questi scopi. A seguire c’è la vita sociale; tutta quella serie di relazioni e rapporti che intercorrono fra persone e contribuiscono alla completa realizzazione della persona e della collettività. Infine, ma non in ordine di importanza, abbiamo l’intrattenimento, a cui possiamo ricollegare tutti i momenti di ricreazione, sia fisica, che mentale, in cui ognuno di noi è in grado di provare piacere, sia fisico che mentale, e in grado di accrescere le proprie conoscenze e capacità. Le tre componenti, per garantire ad una persona la piena realizzazione e felicità, devono trovarsi in equilibrio fra loro.
La falsa e sofisticata percezione della sopravvivenza
Nelle società occidentali moderne, intrise di capitalismo e consumismo, si assiste ad un forte squilibrio delle tre componenti, verso quella relativa alla sopravvivenza. Nel corso degli anni, i requisiti per la sopravvivenza sono rimasti inalterati, probabilmente visto gli sviluppi tecnologici e l’aumento della qualità della vita sono addirittura diminuiti, ma nonostante ciò il sistema, vuoi per autosostentamento, vuoi per spirito di autosopravvivenza, vuoi per un limite/difetto insito nel sistema stesso, si è fatto carico e reso colpevole di gonfiare e sofisticare la soglia di sopravvivenza creando tutta una serie di falsi bisogni e contribuendo in modo decisivo all’alterazione della percezione delle persone. Persone che, vedendo crescere la propria percezione della soglia di sopravvivenza, si sono trovate, quasi inconsciamente, a sentire la necessità di acquistare e di comprare sempre di più e, per sostenere questo ritmo, di lavorare sempre di più, di essere sempre di più efficienti e di rincorrere sempre più ferocemente il successo; troppo spesso a discapito di qualsiasi ordine morale e trascurando in maniere decisiva le proprie sfere di vita sociale e intrattenimento.
Il downshifting come riequilibro delle tre componenti
E’ molto chiaro come in questo quadro sociale, a tratti patologicio, il downshifting in tute tutte le sue forme, sia uno strumento d’eccellenza, per riequilibrare il rapporto fra le tre componenti: in primo luogo riacquistando una corretta percezione di cosa ognuno di noi ha strettamente bisogno per sopravvivere e, in secondo luogo, investendo le innumerevoli risorse che, quasi sicuramente, torneranno disponibili nella propria vita sociale e nel proprio intrattenimento. Soltanto cercando un equilibrio fra le tre componenti sarà possibile trovare la strada per la propria realizzazione personale e per la propria felicità e, in ultima analisi, per una collettività migliore.