L’arte della felicità è un libro scritto da Howard C. Cutler e scaturito da una serie di interviste realizzate dal neuropsichiatra americano con l’attuale Dalai Lama, Gyatso Tenzin. Durante le interviste, descrivendo alcuni dei casi affrontati durante la propria esperienza professionale di neuropsichiatra, e proponendo alcuni esempi di sentire comune della nostra società occidentale, l’autore stimola il Dalai Lama sulla riflessione e sulla elaborazione di una possibile ricetta per la felicità. Le osservazioni del Dalai Lama, pur provenendo da una cultura piuttosto lontana da quella occidentale, e da una esperienza di vita difficilmente comparabile con una di una qualsiasi persona della nostra società (quella di monaco buddista), hanno un potere universale e hanno il merito di stimolare una riflessione e una riconsiderazione di molti valori consolidati, scontati, mancanti o travisati presenti nella nostra attuale società.

L’origine dei sentimenti negativi

Fra tutte le considerazioni esposte dal Dalai Lama, a sostengo e a corredo della propria ricetta, una di quelle più potenti e valide è sicuramente l’identificazione di un unico e ben definito sentimento alla base di tutti i sentimenti negativi, che possono interessare l’uomo. Questa causa prima viene individuata nel sentimento dell’attaccamento (inteso in senso negativo possessivo e morboso) e se ci fermiamo un attimo a pensare, è facile capire la validità di questa semplice intuizione in tutti i campi. Pensiamo per esempio a cosa possono portare l’attaccamento ai beni materiali, l’attaccamento alle persone o l’attaccamento agli ideali, sia politici che religiosi e abbiamo già individuato una buona percentuale dei mali che affliggono la nostra società e sono causa di infelicità.

L’attaccamento e il minimalismo

Il minimalismo è una corrente di pensiero che per alcuni aspetti trae ampia ispirazione dalla cultura orientale e non è difficile individuare in esso, e in alcuni suoi punti in particolare, una certa avversione e una presa di coscienza verso la negatività di sentimenti affini all’attaccamento. Nel processo di semplificare e di ridurre pensieri, stimoli, informazioni e beni, è più facile rendersi conto di come molto spesso ci troviamo attaccati, il più delle volte anche a cose del tutto inutili, e come questo riduca il nostro margine di scelta, di libertà e di felicità. La pratica del decluttering ad esempio ci libera dall’attaccamento indiscriminato verso i beni materiali ed è in grado di ridonarci una buona dose di tranquillità e serenità.