Stiamo attraversando un momento di crisi economica importante, sia per come ognuno di noi ha modo di vedere con i propri occhi nella propria vita quotidiana, sia per come quotidianamente ci viene ricordato da tutti i mezzi di informazione che, puntualmente, non mancano di cavalcare l’onda del momento a volte con un po’ troppo entusiasmo e sensazionalismo. In questo contesto di crisi economica generalizzata, che come da buon senso dovrebbe prevedere morigeratezza e basso profilo, fanno particolarmente riflettere e risaltano con prepotenza alcuni episodi di consumismo isterico di massa, apparentemente guidati da spirito di sovracompensazione e esorcizzazione verso la crisi economica in corso.

Consumismo isterico di massa

A riguardo si possono citare numerosi episodi che si sono verificati negli ultimi mesi nel nostro paese. Uno dei più conosciuti riguarda sicuramente l’apertura di un grande negozio di elettronica di consumo a Roma, avvenuto lo scorso fine ottobre. Le immagini, i video e le testimonianze di quella battaglia campale hanno fatto il giro di tutti i mezzi di comunicazione: accampamenti davanti al negozio fin dalla primissima mattinata (o forse sarebbe meglio dire dalla tarda serata), tafferugli e scaramucce varie, principi di risse e coda chilometrica che ha mandato in tilt più di un quartiere romano, richiedendo uno spiegamento importante di forze dell’ordine per la gestione del traffico e per il mantenimento dell’ordine pubblico. Un’ altro episodio particolarmente indicativo di una pericolosa attitudine, ormai molto ben diffusa fra i consumatori italiani, ovvero quella dei pagamenti a rate e dell’indebitamento per beni non di prima necessità, è stato quello di un rappporto presentato da un sito specializzato in prestiti che ha evidenziato come, prima di Natale, circa il 34% degli italiani avesse in preventivo di chiedere un prestito per regali, vacanze e cenoni vari. Più recentemente è stato l’inizio dei saldi in alcuni outlet a esemplificare questa isteria verso il consumo, come viene ad esempio riportato dal nostro sito amico Minimo a proposito dell’ inizio dei saldi presso l’outlet di Serravalle Scrivia. Ma la lista potrebbe continuare.

Assuefazione, compensazione e crisi sociale

Atteggiamenti di questo tipo lasciano giustamente un po’ basiti ma cercando di analizzare e riflettere sulla natura di questi episodi c’è molto da imparare. Dietro questi comportamenti, apparentemente controintuitivi, soprattutto in momenti di crisi economica, si possono individuare due aspetti: da una parte c’è sicuramente l’abitudine e l’assuefazione al consumismo, difficili da abbandonare, che ci hanno plasmato e con la quale abbiamo convissuto negli ultimi anni e dall’altra, probabilmente, c’è una sorta di rivalsa e di vendetta verso un periodo economico (e sociale) non particolarmente felice e, possibilmente, anche la ricerca di colmare un vuoto di prospettive, di motivazione o di equità sociale con un bella dose di beni costosi e di dubbia utilità, magari gadget hi-tech di ultima generazione, che, almeno in apparenza, danno la soddisfazione di sentirsi bene con se stessi o accettati. Tutto questo nasconde e non è altro che conseguenza, a mio avviso, di altre crisi, non meno preoccupanti, di carattere sociale, che vanno a intaccare valori e priorità e che, vuoi per pressioni ambientali, vuoi per corresponsabilità delle persone hanno preso il sopravvento.

Limite intrinseco del sistema?

Quello che in realtà molti non realizzano è che atteggiamenti e dinamiche di questo tipo sono e sono state negli ultimi anni, anche precedenti alla crisi, parte integrante e preponderante del nostro modello di sviluppo economico, che non ha mancato di promuoverli e propagandarli con le proprie campagne pubblicitarie e di marketing, avendone individuato l’efficienza prima e la necessità per poter tenere o almeno dare l’illusione di tenere in piedi un modello che mira alla crescita infinita a partire da risorse finite successivamente. Infatti, senza questo tipo di pressioni, il nosto sistema economico sarebbe crollato già da tempo e anche attualmente, oltre agli altri limiti tecnici e di equità sociale su scala globale che il sistema sta evidenziando e che rischiano di farlo collassare, anche il mutare di questo atteggiamento consumistico viene visto dai sostenitori del sistema come una minaccia concreta, come lo è sempre stato. Lo testimoniano, più di altre, espressioni come ripresa dei consumi o ripresa della crescita che sono fra le più gettonate da politicanti e economisti come ricetta per uscire dalla crisi.