Fermiamo la regola 41

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ven 19 agosto 2016


Il governo degli USA vuole usare un procedura poco chiara, modificare una regola federale, conosciuta come regola 41, per espandere le proprie possibilità di intrusione. I cambiamenti alla regola 41 renderanno più semplice l’accesso, da parte loro, ai nostri computer, ai dati e alla sorveglianza a distanza. Questo avrà delle conseguenze su tutti coloro che usano il computer e che accedono a internet da qualsiasi parte del mondo. Andranno a colpire in maniera indiscriminata tutte le persone che utilizzano delle tecnologie di protezione della privacy, come i VPN e i Tor. Il Congresso degli USA ha tempo solo fino al 1 Dicembre 2016 per impedire a queste modifiche di entrare in vigore. Dobbiamo far sentire la nostra voce. Condividete questo post con i vostri amici e sul vostro blog. Fate conoscere i cambiamenti alla regola 41!


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Colpirne uno per educarne 100? (parte terza)

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dom 22 dicembre 2013


Dopo i casi di Megaupload (Kim Dotcom) e di Aaron Swartz, la cattiva tradizione riguardante i diritti digitali, di quella che si autoproclama come la più grande democrazia del mondo, può vantare un altro episodio ecclatante grazie alle rivelazioni di Edward Snowden. Episodio che ha contraddistinto l'intero dibattito pubblico statunitense e mondiale per tutta la seconda metà del 2013 e che è destinato a cambiare in modo radicale le convinzioni e le abitudini di milioni di cittadini e, speriamo, come monito per le generazioni politiche future. Oltre a testimoniare le cattive abitudini di una classe politica statunitense, autoproclamatasi paladina dell'ordine mondiale, indegna e imperdonabile.


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Colpirne uno per educarne 100? (parte seconda)

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dom 20 gennaio 2013


Più o menu un anno fa, su queste pagine, avevo scritto un articolo riguardante il caso Megaupload e il rapporto piuttosto morboso della più grande lobbycrazia del mondo su tematiche come l’accesso e la liberazione della cultura e le nuove tecnologie in relazione alle tematiche del copyright e dei diritti digitali. Ad un anno di distanza, se possibile, le cose sembrano immutate, se non addirittura peggiorate. Lo scorso 11 gennaio, è stato trovato morto (suicida) nel suo appartamento newyorkese, all’età di 26 anni, Aaron Swartz, hacktivista e intellettuale statunitense.


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Perchè il valore offline della privacy deve sopravvivere all'era digitale

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sab 01 dicembre 2012


Ripropongo la traduzione di un’altro brillante articolo scritto dal fondatore del partito pirata europeo, Rick Falkvinge, apparso nelle scorse settimane su TorrentFreak. Questa volta vengono analizzati i comportamenti dell’industria dei contenuti e del copyright alla luce di quelle libertà civili che, fino a poco tempo fa, venivano date come fondamentali e sacrosante ma che, ultimamente, sembrano sempre più venire meno, vuoi per l’uso indiscriminato di tecnologie sempre più potenti e pervasive, vuoi per la sete di denaro a basso investimento e innovazione di un’industria rimasta ferma a più di 50 anni fa e spalleggiata da una politica sempre più compromessa.


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La rete contro il potere di informazione

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mer 23 maggio 2012


Nelle scorse settimane è apparso su TorrenFreak un brillante articolo scritto da Rick Falkvinge, il fondatore del primo partito pirata europeo in Svezia. L’articolo analizza le attuali, inistenti, e sempre più violente, battaglie combattute per cercare di mettere sotto controllo Internet, non solo alla luce delle più apparenti e scontate questioni economiche ma, anche alla luce delle più sottointese e pericolose questioni di potere e di controllo dell’informazione. Ho tradotto l’articolo in modo da renderlo fruibile anche a chi non mastica molto bene l’inglese. Buona lettura e buona riflessione.


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L'importazione della lobbycrazia

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dom 08 aprile 2012


In uno degli articoli precedenti (L’esportazione della lobbycrazia) abbiamo parlato di come, le lobby cinematografiche e discografiche statunitensi, avessero sottoposto le proprie considerazioni all’ Office of the United States Trade Representative (USTR), per la redazione dello Special 301 del 2012, documento annuale statunitense dove vengono discusse le presunte violazioni di copyright, brevetti e marchi a danno di società statunitensi nel resto del mondo. Anche l’Italia aveva un paragrafo a lei dedicato dove, fra le varie considerazioni e programmi si poteva leggere: Completare gli sforzi per l’adozione del regolamento proposto dall’AGCOM. Su questo punto, ultimamente, il dibattito si è particolarmente infiammato, vista anche la prossima fine del mandato (19 Maggio) dei vertici dell’authority per le garanzie nelle comunicazioni.


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L'esportazione della lobbycrazia

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ven 24 febbraio 2012


Da quello che si è potuto vedere da questo inizio di 2012, dagli scenari degni di 1984 di Orwelliana memoria, sembra che la lotta al terrorismo e l’esportazione della democrazia stia progressivamente e velocemente cedendo il passo alla lotta senza quartiere di quella che la propaganda chiama pirateria, alla strenua difesa della cosiddetta proprietà intellettuale e all’esportazione della lobbycrazia. Questo nuovo scenario, che nonostante la portata completamente differente si vuole per molti versi equiparare al terrorismo, sta superando in maniera preoccupante e piuttosto imbarazzante qualsiasi principio di buon senso e di confine nazionale.


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Colpirne uno per educarne 100?

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mar 24 gennaio 2012


Con una curiosa coincidenza e un tempismo eccezionale, il successo avuto dalla protesta online condotta contro gli Internet Blacklist Bills (SOPA e PIPA) statunitensi, volti a restringere le libertà di espressione degli utenti, in nome della anacronistica difesa del copyright, avvenuta lo scorso 18 Gennaio, è stato, in men che non si dica, oscurato dalla clamorosa chiusura del network MegaUpload Ltd; comprendente fra gli altri MegaUpload, MegaVideo e MegaPorn. L’operazione, ad opera dell’ FBI, è avvenuta proprio il giorno seguente, il 19 Gennaio.


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Alternative legali alla dittatura del copyright

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mar 03 gennaio 2012


Come si vede dalla sua storia, le origini del copyright sono tutt’altro che nobili e, nonostante la retorica a tornaconto personale propagandata dalle lobby degli editori sulla strenua difesa e sulla sopravvivenza degli autori sia diventata pratica comunemente accettata e per certi aspetti comune sentire e pensiero comune, gli autori solo raramente si espongono sulla questione. Negli ultimi anni però, complice i notevoli progressi tecnologici che hanno fornito strumenti e supporto alle idee e grazie all’apporto di numerose persone illuminate, sono nate forme sottrattive e alternative al copyright, che ne hanno messo in evidenza l’arcaicità, la dubbia eticità e tutte le contraddizioni. Si è così formato un nuovo e più che mai attivo movimento e contesto culturale che ha fornito, a autori e utenti, modelli di distribuzione alternativi, in grado di sposarsi al meglio con gli scopi prefissati da un’opera di creazione: diffusione, condivisione e libera fruizione.


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Il cortocircuito storico del copyright

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mar 06 dicembre 2011


Quello in cui viviamo, è un periodo molto attivo, a livello di pressioni effettuate sui governi di molti stati da parte delle lobby degli editori che, rischiano, a causa dell’evoluzione tecnologica dei mezzi di pubblicazione e distribuzione, di veder stroncati molti dei privilegi economici acquisiti nel corso degli anni e, ormai, totalmente immotivati. Di casi di questo genere, in Italia, ci siamo occupati poco tempo fa (La morbosa difesa politica del diritto d’autore online mentre, in questo periodo, il dibattito online è piuttosto attivo su due proposte di legge statunitensi: il Protect Intelletual Property Act e lo Stop Online Privacy Act, che vorrebbero andare a rimpolpare, ancor più sostanziosamente, il Digital Millenium Copyright Act del 1998 e il PRO-IP Act del 2008, già di per se molto discutibili. Senza entrare nel merito dei provvedimenti, è curioso notare come il copyright stia ritornando prepotentemente, più o meno direttamente, alle sue origini: la censura.


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